lunedì 4 aprile 2005

Lettera ad un Papa

Caro Papa,
te ne sei andato... e a noi non resta che ricordare...

Con te ho capito che cosa significhi la parola "testimonianza": ho ascoltato molti servizi sul tuo Pontificato in questi ultimi giorni e ho compreso che tu non facevi nulla tanto per fare, che la retorica non era prevista nella tua lingua. E hai lasciato un segno. Sei stato il Papa dei bambini, dei giovani, dei deboli, il Papa viaggiatore, il Papa "mediatico", il Papa sportivo...sei stato, semplicemente, il Papa.

Noi che siamo nati attorno all'inizio degli anni'80, abbiamo rischiato di non conoscerti, di non poterti ricordare, ma poi sei stato per noi l'unico Papa. E' stato difficile sapere che te ne stavi andando e quando mi veniva da piangere pensavo che tu non avresti voluto perché eri sereno e volevi soprattutto che, noi che restiamo, continuiamo quello che tu hai cominciato. Era difficile immaginare quel momento e immaginare il dopo...

Ormai lo saprai, ma mentre prendevi la strada del cielo hai unito ancora molti, moltissimi nel tuo nome...di tante religioni, Paesi e convinzioni diverse.
Hai unito e confortato tutti noi che abbiamo pregato per te...in quei momenti ho iniziato a capire come era possibile un dopo, a capire che stava appena cominciando il vero impegno.
Hai testimoniato anche con la tua morte: in quei giorni ho sempre avuto la certezza che tu non la temessi e questa era la forza che permetteva di aspettare...

E per tutti quelli che ancora non hanno avuto il modo o la possibilità di incontrarsi con il tuo messaggio, e con quello di chi sta al di sopra di tutti noi, io credo che questo sia il punto di partenza. Hai aperto la strada alla Chiesa verso la tolleranza, verso la vera apertura: tanti hanno risposto, ma non tutti. Io credo però che "il seme sia stato gettato": tu hai creduto nei giovani e non a caso. Noi siamo la generazione che sta diventando adulta, su di noi poggia il futuro.
Ciao Papa, ci mancherai. Arrivederci a Colonia!

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