lunedì 19 dicembre 2005

Sabato

Ci sono momenti che non tornano più…in realtà nessun momento torna più.
È sabato sera e ho scelto un sabato sera “diverso”. Dovevo andare fuori a cena con due mie amiche, ma ero stanca e ho chiesto loro di rinviare la serata…
Prima di rientrare a casa, erano già passate le sette, sono andata in un negozio di dischi e mi sono fatta il regalo di Natale: l’ultimo cd di De André, la raccolta. Era da un sacco di tempo che volevo comprarmi qualche suo disco perché non lo conosco molto e però mi attira…questa mi è sembrata una buona occasione.
Dicevo dei momenti che non tornano…ovviamente sto ascoltando il cd, il primo…ho iniziato prima di cena e continuo ora…Da Fabio Fazio era ospite Dori Ghezzi…curiosa coincidenza. Poi è cominciato un documentario, in bianco e nero, Il Paese Mancato, sull’Italia degli anni ‘60-‘70. Non riesco a spegnere la tv di fronte a queste cose e così ho abbassato il volume e ho tenuto lì solo le immagini in bianco e nero che scorrono. È uno di quei documentari con le immagini d’epoca che guardandole ti rendi conto di quante cose siano cambiate e di quante ne siano accadute. E rivedi le tragedie d’Italia, come il Vajont…questi friulani, una razza dura e sincera, solo un’onda del genere può spazzarli via…E poi, da quel che vedo, il ’68…questo misterioso numero per chi come me è nato solo negli anni ’80…i libri di storia non raccontano mai cosa gli passava per la testa a quegli studenti, a quegli operai, a quelli che magari li hanno guardati dall’alto in basso…a quella gente.
E poi, sono sicura, ci saranno le BR e il sequestro Moro – che è solo quello che è diventato purtroppo il più “famoso” – e Peppino Impastato, Giangiacomo Feltrinelli e Giuseppe Pinelli volato giù da una finestra della Questura di Milano…Il golpe di Borghese, Piazza Fontana…Non ho detto nulla di nuovo…sono cose che san tutti, o che dovremmo conoscere tutti.
E poi, ancora, c’era Pasolini, quest’uomo misterioso, decantato dai cinefili e dagli intellettuali, di origini friulane, anche lui, guarda caso. Io non ho mai visto un suo film, ma mi sono fatta l’idea che fosse uno che scrutava le cose, quelle che vedeva e quelle che immaginava.
E poi, quante cose ci sono che non conosco della Storia di quegli anni, quella con la S grande, e poi, più che mai, quella con la s piccola, così come stasera.
Io non credo, come dicono alcuni, che la storia sia finita o che sia diventata troppo veloce perché noi la possiamo registrare…è che ci siamo dentro e quando incominciamo a rendercene conto, non possiamo più registrarla e metterla nei libri, ma dobbiamo viverla.
Solo dopo un po’, ci fermiamo e ci stupiamo…ho 24 anni e mi accorgo di quante cose sono accadute in questi ventiquattro anni e di quanto ventiquattro anni riferiti alla Storia sembrino un periodo lungo.
Sapevate che il referendum sul divorzio del ’74 fu la prima occasione in cui furono usati spot televisivi con personaggi famosi, schierati dall’una o dall’altra parte?
E quelle gentildonne femministe che andavano in corteo facendo gesti abbastanza espliciti riguardo al loro potere…ma forse che non avevano più di qualche ragione?
La Storia, a volte, ha un potere magico: sembra che tutti sapessero cosa fare, cosa volere. Chiaramente. Esattamente. L’avere un motivo valido, una ragione che da un senso.
Questa è una cosa che oggi a molti non sembra possibile. Io però non sono molto portata a credere ai luoghi comuni - «i tempi sono cambiati» sarebbe quello più appropriato. Io credo nelle scelte. Buone o cattive, si può sbagliare, questo si.

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