venerdì 21 aprile 2006

FEELS LIKE HOME

feels like home - Norah Jones (sottofondo)

Cosa vuol dire sentirsi a casa. Cosa vuol dire sentirsi a casa in un momento di transizione. Credo di aver realizzato in queste settimane, dopo averlo imparato silenziosamente per anni, cosa vuol dire sentirsi a casa.
Ci sono stati fino a questo momento due luoghi d’elezione per me: il primo è la Sardegna, che ho imparato ad amare sempre di più vivendo lontana. Come tutte le cose che quando le guardi dall’esterno vedi meglio pregi e difetti, come tutte le cose lontane che sai di poter toccare solo una volta ogni tanto e per un breve periodo e allora impari a godertele a fondo in poco tempo, ogni volta daccapo.
Così mi sono innamorata dell’odore del mare quando cammini sulla pista dell’aereoporto, portato dal maestrale, l’odore di casa lo chiamo adesso, che fa vibrare quella sottile emozione che sta tra l’euforia e una lacrima tra le ciglia.
Così ho scoperto il carattere dei sardi, e non è uno scherzo. Quadrati, gente di principio, silenziosi e duri, spesso diffidenti in maniera genetica. Ma poi ne scopri il cuore.
Scoprire che al nord, la Sardegna è centro… non che io creda nelle distinzioni tra nord, sud, est, ovest, se non come semplici punti di riferimento geografici.
Il secondo porto per me è stato il Friuli Venezia Giulia. Dovreste vedere, è incredibile, ma sardi e friulani sono gente molto simile. Gente al confine, ognuno a modo suo, gente in apparenza rude e diffidente, gente che devi lavorare con fatica per conquistare la loro fiducia, ma gente anche semplice e diretta, gente che nel momento in cui ti apre casa sua, non fatica ad aprirti anche il suo cuore. Così ho due splendide “famiglie adottive” dalle parti dei torrenti Meduna e Cellina, un tetto sotto il quale dormire, persone da riabbracciare ogni volta che passerò di là.
Credo che ci siano luoghi, indifferenti alla latitudine e longitudine, dove la gente si somiglia. Ed è un pensiero che non può che confortare una che si sente cittadina del mondo. Una volta tanto, l’indifferenza è una cosa positiva.
Ma c’è dell’altro. Una volta, ho trovato una persona la cui compagnia mi dava la stessa sensazione di tranquillità, di relax, di sicurezza, di serenità del sentirsi a casa. Non gli ho mai detto questa cosa e un po’ me ne dispiace perché credo sia il più bel complimento che io abbia pensato nei confronti di qualcuno, ad oggi.
Be’ adesso c’è la transizione. I prossimi mesi sono definiti, a grandi linee almeno: l’Irlanda. I-R-L-A-N-D-A. Me lo devo ripetere, ogni tanto! Con la solita dose di “incoscienza” perché se no, forse, non partirei nemmeno. Con la convinzione che vado da sola, ma non è un problema perché lì conoscerò altre persone. Con la voglia di partire leggera perché l’indispensabile ce l’ho: cuore, cervello e sorriso. Che emozione!

1 commento:

Andrea (sdl) ha detto...

La sardegna. Ci andai da piccino e ancora nelle spiagge del cuore ritrovo quelle immagini, quel mare, quella salsedine.

Vorrei davvero tornarci

Andrea (sdl)