venerdì 21 aprile 2006

SPOT

Guardo la pubblicità per “deformazione professionale”, se così si può dire. A molti scoccia, a me generalmente non interessa il prodotto (salvo che non cerchi qualcosa di specifico), ma interessa l’idea. Anzi, direi che quasi mi affascina. Anche se non considero il marketing altro che un fratello minore dell’economia e, comunque, una scienza sociale piuttosto che una scienza esatta (come ho l’impressione che qualcuno lo ritenga, talvolta…).
L’altro giorno sfogliavo dei vecchi diari di scuola e ho trovato ricopiati alcuni slogan pubblicitari che evidentemente mi erano piaciuti. Ho ancora una vaga idea di quali fossero i marchi.
Un po’ di tempo fa, ho letto un libro che s’intitolava Mamma, da grande voglio diventare una lavastoviglie!, un libro spassoso, ma anche molto critico sulla creatività dei pubblicitari nostrani. L’autore, Roberto Gorla, pubblicitario a sua volta, ha raccolto in questo volume i suoi articoli apparsi su una rubrica del quotidiano l’Unità, dal programmatico titolo Pol Spot.
In questo periodo mi piace il nuovo spot dell’Enel, quello lunghissimo, da 180”. Ad essere precisi mi piace quello del ventilatore, dell’uomo che non usciva mai di casa e scriveva, scriveva…e poi per colpa di quel soffio di energia fu costretto a uscire fuori e a guardarsi intorno…Mi ci immedesimo in qualche modo, credo.
Devo dire che anche quello della birra Peroni è notevole… Non mi ero mai soffermata a pensare che, in effetti, gli uomini sono da sempre migliori bevitori di birra rispetto alle donne…;-) È proprio vero, certe cose per fortuna non cambiano mai!;-D
Altro passaggio pubblicitario che mi è rimasto impresso, anche se credo di averlo visto (sul serio!) una sola volta, è quello del profumo Chanel n. 5, interpretato da Nicole Kidman, che si rifaceva senza troppi veli al film Moulin Rouge. Niente di esaltante, ma credo che la lunghezza (5 minuti!) ne abbia fatto un caso abbastanza singolare.
La Telecom è un’altra azienda che ha avuto idee abbastanza carine in materia: Massimo Lopez condannato a morte di fronte al plotone della Legione Straniera era esilarante, per non parlare della pubblicità delle schede telefoniche prepagate (si, quelle per le care vecchie cabine telefoniche!) interpretata da tre “suorine” che cantavano, cantilenando: «Amici, amore e cordialità! Questa è la ricetta della felicità!».
Altri 30” che mi sono piaciuti, erano quelli della Lavazza: il compleanno di San Pietro con i bimbi che cantavano «Tanti auguri, tanti auguri a te…», quando Bonolis era “asceso” da poco tempo.
A proposito di spot, non si può non citare i cartelloni elettorali che hanno tappezzato l’Italia intera fino a poco più di dieci giorni fa. Ecco un saggio (alquanto schierato) che mi è arrivato via e-mail: per la serie, chi di propaganda ferisce…




















Oppure, è difficile non notare che in tv uno spot su due, reclamizza un’auto: controllare per credere! Mitici i 4 del bob giamaicano: mi ci sono affezionata da quando da piccola ho visto il film della Disney, Quattro sotto zero.
Tutto sommato però darei la palma della creatività alla pubblicità radiofonica: come per altri prodotti, la radio obbliga alla sintesi, all’istantaneità e ho sentito campagne condotte contemporaneamente su più mezzi che in radio avevano un’incisività e un’inventiva senza paragoni.
Spesso, su tutto, la cosa più interessante è la musica. Mi viene in mente la pubblicità della Mastercard che pubblicizza un concorso per vincere i biglietti per le partite dei prossimi Mondiali di calcio (se non sbaglio!), accompagnata da Fever. Il più delle volte non so di che canzone si tratti…tipo mi piace moltissimo il brano che accompagna la pubblicità di una macchina (dopo quello che ho scritto prima, so che più vaga di così non si può…) che era parte anche della colonna sonora del telefilm O.C. (per gli addetti ai lavori, quella che sottolineava la scena finale dell’ultima puntata della serie che hanno appena finito di mandare in onda su Italia 1, quella in cui Marissa schioppa Trey…E io che pensavo si sarebbe sparata a un piede, vista la velocità del suo cervello da furetto!).
Be’, comunque sia sappiate che non sto facendo pubblicità a nessuno dei marchi che ho citato: è vero, uso la corrente, bevo caffè e telefono (poco), ma la birra non mi piace particolarmente, non uso lo Chanel, non ho votato Forza Italia e non ho quella carta di credito da quando ho chiuso il conto a Trieste. Può andare? ;-)