domenica 4 febbraio 2007

Stop al campionato? Speriamo che duri

Venerdì sera un altro eccesso del calcio italiano, targato anni 2000: derby siciliano tra Catania e Palermo, ucciso un poliziotto, l'ispettore Filippo Raciti.
Luca Pancalli, commissario della FIGC, ha deciso di fermare il campionato a tempo indeterminato (anche se si parla già di uno stop completo solo per due settimane e poi di continuare a porte chiuse). Ogni decisione, comunque, verrà presa dopo i funerali di domani.
Dove non è riuscito Calciopoli, risanerà lo stop deciso da Pancalli?
Me lo auguro, devo dire sinceramente che me lo auguro. Il calcio italiano è marcio. Punto. Dentro e fuori. La colpa è delle società, di calciatori che sembrano più donnicciole e starlette che giocatori, del giro di soldi, di "tifosi", probabilmente già di per sè vuoti, che si sentono legittimati da un sistema che non sta più in piedi da solo, a fare qualunque cosa.
Che ci vuole per rimettere a posto tutto questo? Non processi, tribunali o vertenze. Perlomeno non solo e non finché vengono fatti e, puntualmente, disfatti all'italiana.
Quando un edificio è marcio, lo si rade al suolo. E non mi si venga a dire che non si può perché ci sono interessi economici di tanti tipi in gioco. Si, è vero, ci sono. Ma tutti hanno tirato troppo la corda. E la corda, per quanto mi riguarda, s'è spezzata.

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