venerdì 25 gennaio 2008

L'inviato speciale

In questi ultimi due giorni il nostro orario di lezione prevedeva sei ore con Mimmo Candito, inviato speciale della Stampa. Tema della lezione: l’inviato speciale, appunto.

L’impressione che ho avuto è di avere di fronte una persona con i piedi per terra, ma davvero molto forte. Una persona che sostiene che il suo lavoro – un ruolo mitico per chi vuole fare il giornalista – si basa su tre cose: le competenze, la volontà e la dignità personale. Lui stesso ha detto alla fine del suo discorso: “Sì, lo so che questo è un discorso retorico, un modo ottimista di affrontare una situazione difficile”.

A me ha fatto venire in mente che forse sotto la voce “retorica” spesso infiliamo, per comodità, cose che per essere messe in pratica richiedono di “avere le palle”. La cosa buona di questa lezione è stata l’eccezione – quasi straordinaria – di sentir parlare, con passione, di onestà e di competenza come mezzi per fare questo lavoro, anziché venderti il “solito” disfattismo bohémien di chi “è arrivato”.

7 commenti:

Unknown ha detto...

bella la tua visione della retorica.. forse non sempre, ma sono convinto che sia spesso vera. Per quanto riguarda il mestiere di giornalista, bé mi sembra che di parole d'ordine ve ne siano tante e "dignità personale" ne può racchiudere la maggior parte. A volte, leggendo qua e là, ho come l'impressione che si tenti solo di fare scalpore. E si dimentica l'importanza di rispettare la verità. O, meglio, di aver rispetto della verità. Non la si può maltrattare. Tirare a proprio piacimento. Se si usano tutte le cautele del caso nei confronti della verità, bé forse ecco che la "dignità personale" è salva. Scusa il "pistolotto", ma sono temi a me molto cari...e orizzonti che spero di non perdere mai di vista. Ciao ciao

kla ha detto...

"Pistolotto" benvenuto! E condivido l'interesse per il tema. Quanto alla mia visione della retorica, be', è stato un pensiero istintivo: ovviamente, la retorica fine a se stessa esiste e se ne vedono parecchi esempi, soprattutto in quei contesti dove magari un bel silenzio sarebbe pieno di molte più cose!

Unknown ha detto...

ma come tutti i pensieri istintivi nasconde un'enorme verità. Poi c'è retorica e retorica (e qui va che ho detto una bella banalità :)) e la differenza la si coglie a pelle, per fortuna.

Anonimo ha detto...

abbiamo avuto le stesse illuminazioni di fronte all'eccezionalità di quelle sei ore. era quasi come se candito ci dicesse eccomi, sono qui. cosa posso fare per voi? :-)

gong in riceboy

kla ha detto...

Esatto, Gong! Un grande "al servizio" di noi piccoli... fantastico!!:-)
Un bacio.

Anonimo ha detto...

approvo la tua definizione di retorica. io sono stanca di sentirmi dire che il giornalismo è morto, ma sono anche stanca di dover pensare che prima o poi non possa rinascere. anche se mi rendo conto che il periodo in cui viviamo è molto complicato e spesso sembra più grande di noi, devo dire che ho apprezzato il suo dirmi: "è difficile ma non impossibile". e voglio mantenere la mia identità, senza quella non sarei più nulla. bacio

Anonimo ha detto...

Anche Mimmo Candito ha parlato di noi sul suo blog, hai letto?
Lo trovi sul sito de lastampa.it fra i blog dei giornalisti.

Colgo l'occasione per invitarti a dire la tua sull'Europa. Cerco di capire cosa ne pensano i blogger italiani, se sono euroscettici o eurofiduciosi. Fammi visita se ti va

http://federicoinblog.splinder.com
un salutone