lunedì 8 settembre 2008

Questi uomini appartengono a tutti noi

Senza una voluta coincidenza di date, ieri sono stata alle Fosse Ardeatine. Senza saperlo, ieri c'erano anche dei familiari delle 335 persone uccise dai nazisti il 24 marzo 1944, che facevano volontariamente da guida ai visitatori.
Il signore che ha fatto da guida al gruppo dove mi trovavo - ho contato: c'erano anche sei bambini - era il genero di una delle vittime. Per lui la Storia non era indifferente. Per lui la Memoria è un'occasione, un'opportunità da dare a tutti. «Questi uomini - ha detto mentre ci trovavamo vicino al punto in cui furono ritrovati i corpi, indicando il luogo dove si trovano le 335 tombe - appartengono a tutti noi».

(Testamento spirituale di Sabato Martelli Castaldi,
ufficiale dell'aeronautica, detenuto nel carcere di via Tasso per 77 giorni,
prima di essere ucciso nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine)


Le Fosse Ardeatine sono un luogo che ti chiude insieme la gola e lo stomaco. Sono uno di quei luoghi nei quali sbatti violentemente contro atti che quotidianamente, al massimo, ti sembrano frammenti di un film di guerra in bianco e nero. Ma lì, appunto, sbatti e ti accorgi che è successo appena 64 anni fa, meno del tempo della vita media oggi.
Spesso, per svariate ragioni, può mancare la possibilità di formarsi una Memoria. Questo ha dato e sta dando spazio a forme di revisionismo strumentali alla politica e alla società di oggi.
Voglio credere che oggi in Italia ci siano molte persone che hanno voglia, che esigono di formarsi una Memoria. Voglio credere che siano molte persone che vogliono farlo nel rispetto assoluto di queste (e di tutte le altre) 335 persone innocenti uccise. Cinque alla volta, con le mani legate dietro la schiena, un colpo solo alla nuca.

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