venerdì 24 aprile 2009

Il G8 dove lo metto?

Riassumendo, s'era detto: il G8 2009 si terrà nell'arcipelago della Maddalena, in Sardegna.
Poi: no, facciamolo a Napoli! Su una bella nave da crociera così non ci sono pericoli (mi chiedo se gli assalti di Greenpeace alle baleniere giapponesi non potrebbero essere replicati?).
E ora, l'ultima: tutti all'Aquila!

ALL'AQUILA???

Dunque, l'Aquila è stata appena colpita da un terremoto che ha raso al suolo abitazioni e ucciso quasi 300 persone.
Questo mi fa pensare che al momento la prima priorità sia la ricostruzione: c'è gente che vive nelle tende, ma non è in campeggio; c'è gente che non ha più un'ospedale, la propria scuola, la casa dello studente; c'è chi ha perso un amico, un figlio, un genitore, un compagno di squadra.
Organizzare un incontro come il G8, richiede non solo trovare una location per la riunione degli 8 "Grandi" e casomai per la cena di gala, ma anche alloggiare e far incontrare i diplomatici e tenere conto della sicurezza (tanto per farsi un'idea, Obama nel suo recente viaggio in Europa è arrivato con uno staff di 500 persone. Un'esagerazione? Può darsi, però in ogni caso va tenute presente che nella migliore delle ipotesi ogni Paese ha una delegazione di decine di persone).
Ecco, se quindi a l'Aquila ora servono case e servizi di base, come si fa a dire che i soldi del G8 serviranno alla ricostruzione che tanto comunque andrebbe fatta?
Il G8, mi pare, non beneficia dell'ospitalità dei privati (sarebbe carino però... "Gordon Brown dormirà sul divano-letto nel soggiorno dei signori Rossi" o "Il premier giapponese Taro Aso pazzo per gli arrosticini della signora Maria").
Tra l'altro, non penso proprio che da qui a luglio, i black-blocks si facciano troppi scrupoli ad andare all'Aquila: non penso li spaventi la possibilità di una nuova scossa (che ovviamente in ogni caso spero non si verifichi!) o si commuovano di fronte alle toccanti immagini del premier italiano ai funerali delle vittime e decidano di 'fare da bravi'.

Dall'altra parte, la Sardegna. Ho letto alcuni commenti dei lettori sul Corriere della Sera secondo cui i sardi "non vogliono mollare i soldi" che sono stati destinati alla costruzione delle infrastrutture per il G8.
Senz'altro è vero che questo evento ha un significato economico non secondario per l'area: l'idea, infatti, è che dopo che gli Stati Uniti hanno lasciato la base militare, costruire nuove infrastrutture e ospitare il G8 fosse una vetrina in grado di incrementare in futuro il turismo.
Personalmente, ho qualche perplessità sull'impatto ambientale di un G8 alla Maddalena: certo potrebbe essere più facile garantire la sicurezza dei capi di Governo e di Stato, ma questo non esclude che si possa protestare lo stesso, magari a Palau o a Olbia.
In ogni caso sono stati stanziati fondi, fatti progetti, assegnati appalti, iniziati i lavori. Già c'è gente che sta lavorando e non è mica con un colpo di bacchetta magica (sì, lo so va molto di moda di questi tempi...) che si pianta tutto a metà e si ricomincia da zero (per non dire meno, visto che questa purtroppo è la realtà) altrove.
Se il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, dice che non è possibile non è perché è semplicemente un egoista in cerca di gloria, ma forse perché qualche ragione pratica esiste.
Per curiosità, se molliamo quello che è stato fatto a metà, poi come lo finiamo? E cosa ne facciamo esattamente? Passiamo direttamente alla 'riconversione'? E con quali soldi?
E poi, se facendo il G8 all'Aquila si risparmia perché si prendono due piccioni con una fava, allora perché non si fa anche l'election-day, tanto per ritornare al punto?

PS: quanto ai sardi, per la cronaca, cominciate a vedere i risultati del vostro voto.

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