giovedì 4 giugno 2009

Un Paese e la sua censura

Pare ancora di vederlo, come se il tempo si fosse fermato, se vent'anni non fossero passati, lasciando rughe e cicatrici.
E' uno dei grandi rivoluzionari del Novecento. Pechino, 5 giugno 1989. Un ragazzo di spalle, camicia bianca, pantaloni neri, due sacchetti della spesa in mano. Inerme davanti ai carri armati, lungo la grande via vicino a Tien An Men: quei carri armati che hanno ucciso a raffiche migliaia di ragazzi come lui. "Il ribelle sconosciuto", come titolerà "Time".

Il ragazzo dei carri armati, una sfida, la statua umana della libertà. Il simbolo di un anno formidabile, fatto di uomini che hanno dentro la voglia di cambiare: il Muro di Berlino, sinistro e medioevale, che si accartoccia su se stesso come un rotolo di pergamena, le tavole di Yalta fatte a pezzi, l'Est illuminato da fiaccolate di popolo, gli ultimi panzer con la stella rossa che lasciano Kabul, il comunismo che muore di comunismo, un vero '68, fatto di rivoluzioni vere e non di psicodrammi rivoluzionari, la Grande Storia che ci esplode in faccia e ci insegna che gli imperi, come gli uomini, sono mortali.

Del ragazzo dei carri armati non ci resta nulla. Nessuno conosce il suo nome, nessuno sa se sia vivo né dove sia. "Sono il vento, sono libero come il vento", "Piccolo uomo, grande uomo, uno come noi". Quel ragazzo eravamo noi. Ci ha fatto sognare, credere, soffrire. Poi ha dato le spalle al mondo per sempre. E, forse, è tornato nel vento.


Parto dalle parole di Marco Innocenti sul Sole24Ore (andate a vedere anche il video e gli approfondimenti che accompagnano il pezzo), per parlare di censura e di repressione.
Gli avvenimenti cinesi sono diventati un emblema, per chi ha combattuto, per chi ha taciuto, per chi è nato dopo e li ha visti solo sui libri di storia, ma giusto in queste ora il Governo cinese replica lo stesso atteggiamento: il silenzio, l'oscuramento.
I siti web "in manutenzione", che bugia ipocrita! Gli ex- studenti del 1989 agli arresti domiciliari o in prigione.
La CENSURA - e l'AUTOCENSURA - sono i sintomi gravi di ogni regime politico malato, malato nel senso di antidemocratico, contrario alla libertà di pensiero e d'opinione, contrario alla sua espressione.
Tutti d'accordo, no?
Ma ditemi una cosa, noi che cosa sappiamo di quello che succede, davvero, all'ESTERO?
Noi che cosa sappiamo di come sono le REGOLE, di cosa dicono esattamente e di chi le ha fatte?
Noi siamo davvero SICURI, intendo pronti a metterci la mano sul fuoco (e non solo per modo di dire) di non essere vittime di qualche forma di censura?
Noi lo sappiamo perché EMMA BONINO si è asserragliata negli studi RAI di Saxa-Rubra (a Roma, non su Plutone), dicendo che gli italiani non sanno cos'è il Parlamento Europeo o cosa fa e perché sabato e domenica si va a votare?
Noi lo sappiamo cos'è il PARLAMENTO EUROPEO?
Noi lo sappiamo cos'è un PARLAMENTO e quali sono i suoi compiti?
Noi lo sappiamo da dove il Parlamento prende il suo POTERE?
Noi lo sappiamo dove finisce il DIRITTO e inizia la PREVARICAZIONE?
Noi lo sappiamo che viviamo in un Paese dove la stampa ha DIRITTO E DOVERE a fare tutte le domande che vuole perché questo è l'unico scopo della sua esistenza?
Noi lo sappiamo cosa vuol dire il detto "IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL'ASINO"?
Noi lo sappiamo che le BUGIE fanno fare bella figura (si fa per dire...) ma non migliorano il PIL né la democrazia?
Noi lo sappiamo qual è il significato della parola "POPULISMO"?
Ma soprattutto, noi siamo in grado di RISPONDERE?

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