Che cosa si prova...

Che cosa si prova a finire gli esami in un giorno all'inizio dell'estate, il 22 giugno, mentre fuori comincia a far caldo sul serio (finalmente!) e tu sei fuori, aspetti il tuo turno per la 26esima volta e sai che questa volta, in qualunque modo uscirai da lì, sarà andata bene: avrai FINITO!!


Che cosa si prova a sentirsi dire che non conti nulla da una persona di quelle che, insomma, ti aspetteresti...perché la conoscevi come una persona profondamente sensibile e adesso è solo profondamente deludente. Ma tu puoi andare avanti perché ormai non fa più una grossa differenza, anche se, beh, a dirla tutta avrei voluto un finale diverso. Anzi, non avrei voluto un finale.


Che cosa si prova pensando che adesso hai il tempo di guardarti indietro e cercare di ricordare com'eri cinque anni fa e poi lasciar perdere e pensare a quello che farai domani, con un piede quasi sul gradino successivo, in bilico lì dove puoi guardare davanti e dietro e iniziare a sbirciare senza discrezione nei tuoi progetti.


Che cosa si prova ora che inizia l'estate e tu sei divisa tra qua e là, tra l'odore del mare e il suono del vento: ci sono entrambi in Sardegna e a Trieste, ma sono così profondamente diversi, hanno un senso che non si può collegare. Eppure c'è, ogni volta che il treno fa quella lunga curva e vedi Miramare là sotto e sai che quel fremito tra il cuore e lo stomaco si chiama nostalgia. C'è, ogni volta che dopo esser scesa dalla scaletta dell'aereo, vai verso l'autobus (peccato che sempre meno ti facciano andare a piedi verso l'ingresso dell'aereoporto...) e poi, dopo l'autobus, verso quelle moderne porte scorrevoli, ma contrariamente al solito, rallenti il passo perché lì si sente l'odore di casa, l'odore della salsedine e del maestrale, e bisogna bersi tutto con gli occhi: il colore del cielo, quello delle nuvole, quello delle sterpaglie...

Inizia l'estate...