lunedì 12 settembre 2005

Lunedì sport

Una grande serata di sport, quella di ieri, domenica 11 settembre: in prima serata dal Palottomatica di Roma, la finale del campionato europeo di pallavolo che laurea l’Italia campione continentale, dopo una bellissima gara giocata con il cuore e con la tecnica. La Russia è certamente un degno avversario e gli azzurri ne avevano già assaggiato il mordente nel corso del turno di qualificazione, ma a quanto pare era proprio giunto il momento della rivincita.
Complimenti a Montali e alla “nuova” Italia del volley – della quali in tanti hanno dubitato prima di vedere i risultati sul campo – che hanno inchiodato davanti alla tv sette milioni di spettatori, inclusa la sottoscritta, e ci hanno fatto divertire e soffrire e tifare, come si fa per il vero sport! Tra una battuta e un muro, pensavo proprio questo: lo sport in sé e per sé potrebbe essere definito futile rispetto a cose più serie, però giustamente vedere una partita come quella di ieri è un bel momento di relax, all’interno del quale penso che lo sport meriti di occupare un ruolo di primo piano. Ti gratifica, ecco. Bello a vedersi, poi, tecnicamente ed esteticamente. Mi ha fatto riflettere come la pallavolo sia uno sport così legato al momento psicologico del gruppo – basta vedere la crisi azzurra del secondo e del terzo set e poi il grande ritorno nel quarto e nel tie-break –, con un equilibrio così delicato che richiede a monte l’equilibrio del singolo…
Ancora bello, bello, bello!
Nel frattempo al Sant’Elia, a Cagliari, i sardi incontravano la Lazio. Dopo appena 32’’ la freccia Suazo trafigge Peruzzi, salvo consentire ai biancocelesti di pareggiare al 13’ con Siviglia, aiutati da un pasticcio difensivo confezionato dai rossoblu.
Stando alle cronache, l’incontro finisce lì, grazie anche all’estremo laziale che evita in più occasioni che i tentativi di attacco dei padroni di casa diventino marcature. Che dire? Il primo punto in classifica per gli isolani è arrivato ed è già qualcosa visto che il clima è piuttosto rovente in seguito alle incomprensibili – e vergognose – scelte di Cellino.
Inutile dire che Cagliari è stata in passato una delle piazze calcistiche più apprezzate dai giocatori e dai tecnici, proprio per il rapporto con i tifosi, mai eccessivamente esasperato.
Il Cagliari in serie A, poi, è un po’ l’orgoglio della Sardegna sportiva e non. Stufi di apparire in cronaca nera per i sequestri o in cronaca rosa per il Billionaire, le cronache sportive di qualche anno fa (ormai una decina, a dirla tutta) che riportavano il Cagliari in semifinale di Coppa Uefa hanno fatto sognare tanti isolani, anche emigrati. E in tanti oggi ricordano con nostalgia la presidenza degli Orrù, che riportarono la squadra isolana nella massima serie…
Alla prossima,
Kla

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