Milano. Paolo Pedote, 39 anni, si presenta al Policlinico per donare il sangue, dopo aver visto un manifesto di una campagna pubblicitaria realizzata ad hoc.
Maurizio Marconi, il medico, gli dice: «Non può donare il sangue. Lei è omosessuale e il nostro regolamento impedisce il prelievo da questo tipo di donatori».
Clausole e postille:
1. ogni donatore alla sua prima esperienza viene intervistato sul suo stile di vita e sulle sue abitudini;
2. nessuno, teoricamente, può essere sicuro al 100% che ciò che l’aspirante donatore afferma sia vero;
3. la legge italiana attualmente non impedisce a una persona omosessuale di donare il sangue;
uno dei requisiti richiesti è di non essere stati esposti a rapporti non protetti;
4. Paolo Pedote ha dichiarato di avere sempre avuto rapporti protetti;
5. il Policlinico non accetta donazioni solo da uomini omosessuali, per le donne non ci sono problemi: la ragione – dicono – è che tra gli uomini c’è più promiscuità.
Alla prova dei fatti: visto che non si possono verificare le affermazioni degli intervistati, chiunque può dire quello che vuole. Ci si aspetta che una persona che decide di andare a donare il sangue, lo faccia con un certo senso di responsabilità. Probabilmente con la stessa che usa nei confronti di se stesso – e del prossimo, appunto – nella vita di tutti i giorni. “Omo” o “etero” che sia.
Maurizio Marconi, il medico, gli dice: «Non può donare il sangue. Lei è omosessuale e il nostro regolamento impedisce il prelievo da questo tipo di donatori».
Clausole e postille:
1. ogni donatore alla sua prima esperienza viene intervistato sul suo stile di vita e sulle sue abitudini;
2. nessuno, teoricamente, può essere sicuro al 100% che ciò che l’aspirante donatore afferma sia vero;
3. la legge italiana attualmente non impedisce a una persona omosessuale di donare il sangue;
uno dei requisiti richiesti è di non essere stati esposti a rapporti non protetti;
4. Paolo Pedote ha dichiarato di avere sempre avuto rapporti protetti;
5. il Policlinico non accetta donazioni solo da uomini omosessuali, per le donne non ci sono problemi: la ragione – dicono – è che tra gli uomini c’è più promiscuità.
Alla prova dei fatti: visto che non si possono verificare le affermazioni degli intervistati, chiunque può dire quello che vuole. Ci si aspetta che una persona che decide di andare a donare il sangue, lo faccia con un certo senso di responsabilità. Probabilmente con la stessa che usa nei confronti di se stesso – e del prossimo, appunto – nella vita di tutti i giorni. “Omo” o “etero” che sia.
Nessun commento:
Posta un commento