sabato 1 ottobre 2005

Un ricordo di Tiziano Terzani firmato Jovanotti

Qualche giorno fa ho letto questa lettera scritta da Jovanotti al sito di Tiziano Terzani. Mi è piaciuta molto perché condivido la sua opinione su Terzani, pur non avendolo mai conosciuto di persona, e sull’idolatria nei confronti di altri esseri umani:

«Amici del sito dedicato a Tiziano, è bello essere qui con voi. È incredibile quello che sta accadendo in questi mesi in cui Terzani non viaggia più fisicamente per le strade del mondo. È come se, liberato dal peso del corpo, riesca ad essere ancora più agile, ancora più presente, e le sue parole ancora più emozionanti e piene di vita.
Proprio stamattina sono passato in farmacia a prendere un rimedio omeopatico per Pinocchio, il mio cane che è invecchiato e ha un po' di acciacchi. Mentre pagavo il farmacista mi ha chiesto se è vero che io ho conosciuto Terzani e io ho detto che sì, è vero, e lui si illuminato in volto e si è sciolto in una dichiarazione di amore e di gratitudine per l'uomo che ha scritto Un altro giro di giostra e mi ha chiesto com'era, che sensazioni riusciva a trasmettere la sua presenza, insomma qualcosa su di lui in carne e ossa. Ultimamente in tanti mi chiedono la stessa cosa, com'era Terzani, che cosa diceva, com'era quando non era in pubblico? C'è qualcosa che non è scritto nei suoi libri? C'è qualcosa che possiamo sapere di lui che lui non ci ha detto?

Ebbene queste mi sembrano domande senza molto senso, che rischiano di sfociare nel culto della personalità, nell'idolatria, e dio ce ne scampi specialmente di questi tempi in cui è di libertà che c'è bisogno, di amore, di vitalità. Ogni cosa che blocca questa vitalità verso un unico punto la indebolisce, la infiacchisce, la rende stagnante: mi pare che questo sia un insegnamento che si coglie bene dai libri di Terzani, che sono prima di tutto libri scritti con la mano di un grande scrittore senza tempo che credeva nella forza del racconto nato dall'esperienza diretta.
Non so perché sia capitato proprio a me di conoscere di persona il grande scrittore, credo che abbia a che fare con la magia dello stare al mondo, che a volte apre uno squarcio e ti mostra una verità semplice e per questo sempre poco creduta: le cose accadono e dobbiamo seguire le nostre inclinazioni, c'è qualcosa che tesse una trama a nostro favore, dobbiamo metterci in ascolto.
Ci sono alcune cose che sono successe e una in fila all'altra mi hanno portato a conoscere Tiziano, a parlare con lui, a passarci alcune mezz'ore. È successo altre volte qualcosa di simile. La mia vita in realtà è piena di belle coincidenze e di brutte coincidenze, e ogni volta le cose sono accadute perché era destino, o per usare un termine orientale con il quale però mi sento un po' turista e poco a mio agio, era il mio karma, ma destino mi piace di più, e il significato nel mio cuore non è poi così diverso. Non credo che si possa ridurre tutto al rapporto di causa effetto, perché in questo modo si va verso una giustificazione comoda della realtà, le cose accadono come effetti di cause precedenti e a loro volte saranno causa di altri effetti successivi, no, non solo. No, c'è dell'altro, c'è qualcosa che alimenta le cause e scatena gli effetti, che ci mette in mano un'arma e ci offre la possibilità di usarla o di buttarla via, una responsabilità, un desiderio, una biografia, un anima, una volontà, una paura. Siamo in mano del destino ma il destino ci lancia continui segnali, non se ne sta lì impassibile a muovere i fili.

Quando penso a Terzani ho un grande ricordo, un ricordo molto emozionante di questo uomo che era riuscito a somigliare contemporaneamente a un orco e a un bambino eppure aveva anche un’aria così poco mistica: il suo spirito era "incarnato", questo si vedeva chiaramente, carne e spirito viaggiavano insieme, e questo è quello che mi colpiva. Il suo scrivere, il suo parlare, il suo camminare, il suo mangiare, il suo modo di ridere o di stare seduto, il suo sguardo erano allineati. Era riuscito, mi è sembrato, a concertare le sue pulsioni, a creare una melodia di tutte le sue note, una sinfonia con alcune splendide irregolarità e dissonanze. È riuscito ad essere quello che era. Non credo che sia stato facile, credo che ci abbia messo una vita, una vita intera, ma ne è valsa la pena, è forse l'unica cosa per cui valga la pena spendere una vita.

Idolatrarlo è un errore grave, perché ogni vita è diversa, ogni storia è diversa, ogni esperienza è diversa e deve essere diretta. Leggere i suoi libri è un'esperienza diretta tanto quanto averlo conosciuto di persona, perché quello che posso dirvi è che lui era nei suoi libri, c'era allineamento anche tra il suo scrivere e il suo pensare, e il suo agire, questo è quello che mi è sembrato per quel poco che l'ho conosciuto.
Vi ringrazio per avermi chiesto di scrivere per voi, vi mando un abbraccio.»
lorenzo "jovanotti" cherubini

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