giovedì 1 giugno 2006

Prime partenze

Venerdì sera, big party. Uno dei ragazzi italiani è tornato a casa sabato. Sensazione davvero strana, come se andasse via un vecchio amico…
Non so perché esattamente. Sono qua da un mese, quindi non posso dire di conoscere bene nessuno. Certo, fin dall’inizio ho rilevato differenze e affinità e, di conseguenza, preferenze. Quello che sei, come mi hanno fatto notare, te lo porti comunque dappertutto (non puoi scappare da te stesso, Freccia insegna)…ma ancora sono alla ricerca di un orientamento.
Questo viaggio mi sta servendo – a patto di rispettare una fondamentale condizione: ascoltarmi – per capire nuove cose di me stessa, o meglio, per capire quelle che finora non mi erano state chiare. Non è facile, non sono un libro aperto per me stessa. A volte mi chiedo cosa leggono gli altri.
È strano, ma anche qui si ripete una cosa: riesco ad essere più vicina con le persone che più sembrano lontane. Qui, a volte, è proprio anche una questione di origine geografica, ma ho sempre notato di avere una predilezione per quelli che stanno più sulle loro, che sembrano avere qualcosa di “diverso”, di più intimo, in un certo senso, da dividere con il loro prossimo. Non è detto che queste persone debbano per forza essere dei timidi, come me, ma avverto una specie di magnetismo nei loro confronti. Ma non sempre, in passato, ho vissuto bene questo tipo di tendenza. A volte pesa, cercare di essere come tutti e sentire di non riuscirci. Io non credo che uniformarsi sia la cosa migliore, anzi, forse ho sempre remato nella direzione contraria – andandone anche fiera, peraltro – ma ho anche sentito, alle volte…non so…come una specie di fatica nel fare tutto questo. Nel senso, non è sempre facile sostenere il giudizio degli altri. Fino a un certo punto dico “chi se ne frega”, ma in cuor mio detesto essere etichettata come “quella che…”

1 commento:

Andrea (sdl) ha detto...

E' così dura a volte conoscersi o anche solo ascoltarsi. Quelle piccole reazioni che a volte ci sfuggono sono la nostra migliore cartina tornasole.

Dovremmo guardarci dentro, per poter vedere fuori.

Andrea (sdl)