venerdì 3 novembre 2006

Ricomincia l’avventura del Signor Bonaventura…

«Può cominciare quest’avventura, saremo là saremo là nella radura…»: vi ricordate questa canzone? Era la sigla del cartone animato L’isola del tesoro, quello tratto dal libro di Stevenson, quello dove c’era il mitico pirata John Silver!
In realtà, in questo momento on air c’è Who can you trust dei Morcheeba: un disco che mi piace tanto e che mi ricorda i primi anni all’università, un disco che è anche un ricordo di un amico che me lo ha fatto conoscere.
A parte questo, il vero tema del post dovrebbe essere l’avventura, una nuova avventura che sto per cominciare. Un’avventura alla quale sono giunta attraverso quella lunga strada che è la vita. Nel linguaggio comune 24 anni, quasi 25, sono pochi e molti nello stesso tempo: sono pochi se sono solo sulla carta d’identità di una persona, ma diventano tanti quando pensi che sono passati da un dato momento o quando pensi a tutto quello che c’è passato attraverso.
La mia attenzione adesso si focalizza più spesso sugli ultimi anni, ma sarebbe una bugia non sapere che la strada si snoda da molto più lontano. La mia prof. di economia aziendale alle superiori ci diceva sempre: «Ricordiamoci da dove veniamo». Credo che solo ultimamente ho realizzato un po’ meglio il senso di questa frase, l’ho realizzato di fronte alla forza del cambiamento che segna la vita.
Anche se pensi di essere sempre lo stesso – e in parte è vero, ti muovi sempre lungo quelle che sono le tue direttrici – il cambiamento, l’evoluzione in realtà tracciano la tua direzione. Sono animali lenti, anche se a volte si servono dell’attimo, veloce come un ghepardo, o del caso, astuto come una volpe.
Altre volte il destino ti bombarda di eventi e ti sembra quasi di non avere il tempo di incamerarli e di assimilarli e, invece, succede qualcosa, si accende una luce nella testa e, in un attimo, hai la sintesi perfetta. Hai succhiato il midollo.
Quei momenti sono una specie di Nirvana razionale – ammesso che si possa dire una cosa del genere – : sai che c’è tutto, nella tua testa, dentro di te. Sai che c’è il successo e l’errore, c’è la tenerezza e la voglia di perdonare, ma c’è anche il senso del rispetto, c’è quel maledetto orgoglio e c’è la corrente che va e la voglia di seguirla per vedere cosa c’è poi.
In tutto questo, anche dopo una curva dove se ti volti non vedi più indietro, il passato è con te. Magari è più silenzioso che in altri momenti, ma è sempre lì: fedele. Magari è nella condizione di ricordarti che essere troppo duri non serve a nulla, che è meglio stare zitti piuttosto che dire brutte parole, anche se si pensa che quelli a cui sono destinate se le meriterebbero tutte.
In quel passato c’è tutto. Ci sono piccole cose, risate, bigliettini, frasi, espressioni, libri, musica, cibo, fotografie… Ci sono le persone con le quali sai di dividere lo stesso fuoco e che sarà sempre così, al tempo presente. Perché persone così nella vita ce ne sono date poche, pochissime, e, in ogni caso, quella compatibilità “è”, indipendentemente da nostra volontà e da qualunque nostra scelta.
A questo momento, il primo passo di questa fase vorrei dedicare una frase di Albert Einstein:

«Rendi ogni cosa la più semplice possibile, ma non di più»

On air (a seguire): Urlando contro il cielo (Ligabue), Fotoromanza (Gianna Nannini), Latin Lover (Cesare Cremonini), Una su un milione (Alex Britti), Il cielo d’Irlanda (Fiorella Mannoia), In un giorno di pioggia (Modena City Ramblers), Hallelujah (Jeff Buckley), Riverdance (The Celtic Orchestra), Vivere (Andrea Bocelli/Geraldina Trovato), Vivo per lei (Andrea Bocelli/Giorgia).

2 commenti:

riccardo ha detto...

questo e' uno dei post piu' belli che abbia letto.

da un posto sull'oceano
riccardo

kla ha detto...

Grazie, arrossisco online...:-)