lunedì 4 dicembre 2006

Punto. E stop.

Dovremmo imparare tutti a darci più di una possibilità. A noi stessi e agli altri.
C’è una mia amica che ha elaborato la teoria per cui la vita non sarebbe democratica. Non mi sento di darle torto, anche nel momento in cui la si applica al modo in cui giudichiamo e veniamo giudicati dalle persone.
Non fare agli altri quello che non vorresti facessero a te. O meglio, in positivo, fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.
Ci ho messo qualcosa oltre 10 anni per affrancarmi un po’ dal giudizio altrui, specie di tipo negativo. Non è da molto tempo, potrei contarlo in mesi, che mi riesce (almeno un po’) a fregarmene abbastanza per tirare fuori quello che sono, così come sono e stare a vedere che cosa succede.
Non è che ora io vinca sempre, ma almeno non parto sconfitta. Sbaglio ancora, ma non sempre. Sbaglio anche perché anch’io giudico, incasello e stereotipizzo…ma la mia buona stella continua spesso a mettermi nella condizione di andare oltre la “buccia”…
Però mi ricordo molto bene di cosa voglia dire essere dal lato di quello che viene giudicato, incasellato e stereotipizzato…e diventa prigioniero della sua stessa voglia di comunicarsi per quello che è in realtà.
Ma credo anche di aver scoperto “l’uovo di Colombo” di questa storia: è un circolo vizioso. Sei dentro e vorresti esprimerti, ma non lo fai perché hai paura del giudizio che seguirà…e che sarà negativo!
Ma l’unica cosa che puoi fare è esprimerti, senza proclami: per quello che è. Punto. E stop.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà. prendi la vita un pò così e un pò cosa. tanti baci, filo.

Anonimo ha detto...

metti l'accento sulla "a" del "cosa". perché bigger is better! passo&chiudo.