domenica 1 giugno 2008

Punto e a capo

Punto e a capo. Con un gran respiro, per prendere fiato e per assaporare ancora tutto. Per prepararsi a quello che c’è ancora da mordere.

Lì, dove il tempo si conta in bienni, un altro, il IX, il nostro, è finito.

È finito con alcune sorprese e parecchie conferme. Come ho detto a qualcuno, ho sentito più il distacco ora che non quando ho lasciato Trieste. Lì avevo la sensazione che il percorso fosse compiuto. Qui è così di fatto, ma non del tutto.

Lascio Urbino emozionata. Soprattutto per quello che sarà. Ripongo con cura tutto quello che sono stati questi 18 mesi, 540 giorni, 12.960 ore (ma sì, esageriamo!), che potrebbero riempire fino a farti scoppiare e all’improvviso diventano compatti come un taccuino di appunti, nomi e volti che metterò nella tasca posteriore dei jeans, pronto ad essere sfogliato.

Sento sonno e pace e senso di compiutezza.
Sento che posso brillare di luce propria senza timore.
Sento che mi farò valere, che è la raccomandazione più cara che mi sono sentita dire in questi giorni.

PS: presa dall’emozione ho rivisto il video di Pasqualone… rima involontaria, commozione dovuta :’-)

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