Di vacanze ciondolanti sotto l'ombrellone, con un libro in mano.
O, all'ombra, in cucina, con la tapparella abbassata a vedere, dopo pranzo, qualche vecchio film in bianco e nero, di quelli che ogni estate ritirano fuori puntualmente. Come un film di Totò, oppure "Vacanze romane" o i thriller di Hitchcock.

Di quelli che sbuffi e ti lamenti: "Oh, ma l'hanno già dato mille volte!" però poi te lo rivedi con gusto e sogghigni sotto i baffi.
Voglia di vacanze dove il mondo se ne rimane fuori e il suo scorrere e il suo andare li segui per piacere personale. Voglia di godermi le cose, le persone e le azioni che nei mesi che passo - e passano - di corsa, trascuro. Voglia di non avere domande impellenti a cui rispondere, ma solo domande oziose (ma magari non meno profonde) con cui dilettarsi.
Voglia di relax e di ricaricarsi.
Per quest'anno, quasi, non se ne parla. Ma basta averne voglia, senza farsi prendere dalla malinconia.
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