lunedì 26 settembre 2005

«SPARARE SULLA CROCE ROSSA»

Sabato sera ero in giro con degli amici…siamo andati all’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni, a Trieste, dove c’era un concerto.
Mentre giravamo tra i padiglioni del complesso, abbiamo visto attaccati al muro dei manifesti anonimi intitolati proprio così: «SPARARE SULLA CROCE ROSSA», che appunto…sparavano. Non dico cosa.
Già, perché gli autori hanno pensato bene – manifestando a mio parere anche una certa ignoranza – di sostenere che la Croce Rossa sia in realtà un’organizzazione paramilitare che “copre” i misfatti dei vari eserciti di “occupazione”. I cui addetti se ne stanno circondati dal filo spinato – simbolo dell’oppressione. E i centri di accoglienza degli immigrati clandestini, invece, sarebbero dei “lager”…suppongo, si, che non siano esattamente dei bei posti, però che dire quando per protestare quelli che ci stanno dentro danno fuoco ai materassi, rischiando la pelle propria e altrui? E poi perché dopo che vengono comunque accolti in un Paese che, per fortuna, non gli spara contro (come suggeriscono i pseudo-padani) si sentono autorizzati ad avanzare pretese talvolta di dubbio fondamento? Diciamocelo, ci sono tra loro comunque delle persone – non tutte – che scappano dai loro Paesi per il vero motivo che sono delinquenti e il fatto di arrivare in Italia o chissà dove non li cambia mica!
Ora, per quanto “anonimi”, mi pare chiara la provenienza di questi manifesti. Non so se onestamente valga la pena di rispondere a una cosa talmente mistificata, però per onore di chiarezza (e perché mi fa anche rabbia leggere cose del genere, quando penso ai racconti di Alberto Cairo, chirurgo ortopedico della CRI, che non va certo a fare le vacanze in Medio Oriente), vorrei invitare queste persone a leggere la storia della Croce Rossa e i suoi principi fondanti…
Resta il fatto che se poi si vogliono criticare, per puro spirito di polemica, i limiti di una organizzazione comunque fatta da uomini e che si è esposta nel corso della sua storia anche alle critiche, be’, allora è facile, proprio come sparare sulla Croce Rossa.

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