martedì 11 aprile 2006

MI VERGOGNO IN C/TERZI

Procediamo con ordine: è stata dura, ma sembra che anche se con uno scarto non proprio eclatante il centrosinistra abbia vinto le elezioni.
Io mi vergogno in c/terzi per quel 20% che ha votato Forza Italia. Perché? Perché è la dimostrazione di quanti italiani ignoranti e superficiali ci sono in giro. Non è una questione politica, anche perché Forza Italia ha ben poca sostanza politica: è un movimento al seguito degli interessi di Berlusconi. Sapreste attribuirgli qualche altra funzione?
Dopo aver visto cinque anni di questo governo, mi chiedo quale coscienza civile può ancora votare per il centrodestra? Perché, si badi bene, persone come Fini – che dovrebbe avere una tradizione e una morale politica più datata e quindi più solida – e Casini – che, sia chiaro, sbandiera tanto i valori della “famiglia cattolica” e si trova lui stesso nella condizione di divorziato e risposato che una certa parte della gerarchia cattolica addita come peccato mortale (di cui qui nessuno gli fa una colpa, beninteso) – sono forse persino peggiori di Berlusconi, che è diventato politico solo per tutelare i suoi consistenti interessi economici privati, perché lo hanno appoggiato supinamente in ogni suo capriccio. E anche le poche volte in cui hanno manifestato un minimo di dissenso, alle prime minacce sono subito rientrati in carreggiata… Votare loro, come dalle proiezioni credo abbiano fatto molti pseudocattolici, equivale a votare Berlusconi, sia chiaro una volta per tutte.
Già, gli pseudocattolici: li definisco così perché in questa campagna elettorale è stato fatto un uso strumentale e obbrobrioso dei valori cattolici e sono sicura che molti si sono fatti prendere dall’inesistente scontro tra cattolici e comunisti (si, va be’…un Don Camillo c’era, ma Peppone manca all’appello) e come galline senza testa sono andati a votare perlomeno UDC…A questo proposito direi che urge ricordare che il Vangelo parla di solidarietà, che Cristo ha preferito gli ultimi del suo tempo, che ha scacciato i mercanti dal tempio…
Quanto alla coalizione di centrosinistra, quello che tutta l’Italia ha subito negli ultimi cinque anni è indubbiamente anche una sua responsabilità: al momento opportuno non sono stati capaci né di essere uniti, né di produrre alcune leggi generalmente necessarie al Paese, prima fra tutte quella sul conflitto di interessi. Non è una questione personale con Berlusconi: è un principio che obiettivamente non fa una piega. Chi governa, non può avere tre televisioni e diverse partecipazioni in testate giornalistiche, oltre che in altre svariate e numerose tipologie di attività imprenditoriali. Fini le ha? D’Alema le ha? Ciampi le ha?
Adesso, seppure con numeri molto ristretti, c’è la possibilità di riordinare un po’ la situazione. Personalmente credo che l’Italia trarrà sicuramente giovamento dall’uscita dalla politica di Berlusconi: è nato imprenditore, ritorni a fare l’imprenditore. Io nei suoi confronti come privato cittadino non ho nulla da ridire.
Per questo credo che il centrosinistra dovrebbe darsi alcune priorità:
1. fare una legge giusta sul conflitto di interessi, che elimini realmente il verificarsi di questo tipo di situazione d’ora in avanti;
2. stabilire l’ineleggibilità di chiunque abbia pendenze giudiziarie in corso, destra o sinistra non fa differenza: ci si può sempre candidare alle prime elezioni successive alla sentenza passata in giudicato, se si è stati assolti;
3. modificare la legge elettorale: questo risultato è il frutto di uno degli ultimi (in ordine di tempo) colpi di coda della legislatura berlusconiana, e questo sarà da tenere presente nell’attribuire le responsabilità, se e quando si verificheranno problemi di stabilità del Governo;
4. in generale, c’è da aspettarsi (ed era ora!) che sia tempo di rimboccarsi le maniche e darsi da fare, stringere la cinghia e lavorare sul serio. E la colpa delle tasse e delle imposte che magari aumenteranno non sarà da imputare a chi dovrà prendere decisioni difficili e impopolari, ma a chi ha fatto del governo di un Paese una barzelletta, con la finanza creativa, con i condoni, con i tagli alla scuola, alla cultura, alla ricerca scientifica, con la depenalizzazione del falso in bilancio…
Io non credo in un Paese mosso dalla sola forza dei privati, non è così che può funzionare: un Paese di questo tipo è un Paese squilibrato.
Promettere di diminuire le tasse significa togliere fondi per la spesa pubblica e questo, di conseguenza, comporta meno servizi o servizi di qualità peggiore. Ne sento troppi che ancora si lamentano che il “settore pubblico non funziona”, ma sapete cosa rispondo a queste persone? Sai che se tu non evadessi le imposte, ne pagheremmo tutti meno e avremmo tutti più servizi?
Anche perché è una pia illusione quella di credere di “essersi fatti da soli”: c’è una società che ci circonda e con quella società, ci piaccia o no, siamo interdipendenti.
L’evasione fiscale va realmente combattuta, vanno tassate le rendite finanziarie perché state pur certi che trattandosi di un’imposizione in percentuale non sarà danneggiato il piccolo risparmiatore (come qualche scriteriato si ostina a dire…), lo stesso vale per le tasse di successione che fino a prova contraria, sotto un certo limite, non venivano pagate neanche prima.
Mi vergogno in c/terzi perché mentre il mondo ci guarda milioni di italiani hanno dato prova di credere ancora alle storielle di Berlusconi, che visti i tg della sera si dibatte furioso, senza usare alcuno spirito critico.

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