sabato 24 febbraio 2007

“Dico” qualcosa anch’io

Finendo di leggere un po’ di vecchi giornali, in questi giorni, mi sono volutamente soffermata di più sugli articoli che parlavano dei Dico, i diritti e doveri delle persone conviventi, i Pacs italiani.
Non voglio adesso entrare tanto nel merito del disegno di legge, anche in considerazione del fatto che il passaggio in Parlamento potrebbe produrre cambiamenti, ma esprimere il mio pensiero sulla reazione della Chiesa.
Il mio, come ho già detto in altre occasioni, è un pensiero da cattolica, e come tale ci tengo a dissociarmi chiaramente dalle prese di posizione della Cei e del Vaticano. Mi dissocio perché non posso accettare come persona credente, ma anche laica (in quanto non facente parte di alcuna gerarchia e neppure della più piccola delle associazioni) che il cardinal Ruini minacci una “nota vincolante” per i parlamentari cattolici che dovrebbe obbligarli a votare contro i Dico. I parlamentari, infatti, per quel che mi risulta non sono suoi dipendenti, né – pur essendo cattolici – devono obbedienza al vescovo della diocesi…
Ma mi dissocio anche perché nel comportamento delle gerarchie vaticane degli ultimi tempi non vedo quella carità e quella tolleranza predicate nel Vangelo: non le ho viste nel negare i funerali a Piergiorgio Welby, non le vedo nel rifiuto di accettare il fatto che le coppie omosessuali e le coppie di fatto (che spesso nascono per i più svariati motivi e non solo per “non prendersi un impegno a lunga scadenza”) sono comunque una realtà che esiste anche nella vecchia, cara, “cattolica” Italia.
Sono d’accordo anch’io se si vuol parlare del fatto che siamo una società sempre più tendente all’individualismo e perciò meno propensa a prendersi delle responsabilità “qui e ora”, ma non è così – con l’imperio e la sordità al dialogo – che si possono migliorare le cose o “convincere gli indecisi”.
Per questo non comprendo il negare la Comunione ai divorziati: l’hanno scelto loro, secondo voi? Si sono sposati con l’intento di lasciarsi, possibilmente male, nel giro di pochi anni? O è meglio, come ho sentito dire di recente, che continuino a stare insieme e a farsi a pezzi di fronte ai figli, per il loro bene magari?
Sono queste prese di posizione di una gerarchia che si sta facendo sempre più lontana dalla “Chiesa-base” che fanno di noi cattolici, specie se giovani, “animali rari”. Di certo, non ci estingueremo, ma non sarà certo merito di Sua Eminenza… per non parlare di Sua Santità.

3 commenti:

Andrea (sdl) ha detto...

Già. Purtroppo la chiesa sta tentando di esercitare il potere "dovuto dalla fede" in una maniera un pò sleale.
Il problema maggiore sono proprio questi vincoli che decide di imporre ai fedeli. Non ritengo corretto OBBLIGARE l'espressione del credo.
Anzi, che credo sarebbe così?

Andrea (sdl)

Anonimo ha detto...

io credo, dunque dico.

http://glosoli.splinder.com/

kla ha detto...

:-)!
kla